giovedì 5 maggio 2011

4 - IL CARRO A VENTO

Oggi più che mai, l'inquinamento atmosferico del nostro pianeta ci porta a considerare con sempre maggiore attenzione l'importanza di sviluppare metodi per la generazione e lo sfruttamento dell'energia che inquinino poco - o idealmente, per nulla. Ma l'invenzione di cui parliamo oggi - pur essendo sicuramente degna di definirsi "per nulla inquinante" - non nacque da questo nobile desiderio, ma dal problema, molto più pratico, di non disporre di fonti di energia più economiche del semplice vento.

Mente e mano dietro a questa particolare invenzione sono quelle di un Italiano, Guido da Vigevano, figura geniale del 1300 che precorre per alcuni temi, come la varietà dei suoi interessi, il ben più celebre Leonardo. Guido da Vigevano fu infatti insieme medico (e coraggioso sperimentatore, dato che descrive nei suoi testi gli studi da lui fatti per sviluppare un antidoto, culminati nella sua sperimentazione su se stesso del composto) e ingegnere, soprattutto militare, alla ricerca di metodi per costruire macchine da guerra - il 1300 è ancora epoca di grandi castelli e lunghi assedi - leggere e addirittura smontabili, per poter essere trasportate da animali da soma.

Ma un animale da soma costa, perchè va nutrito, si stanca, può ferirsi, e può andare nel panico in un momento cruciale. Ed è probabilmente partendo da questo problema che Guido da Vigevano inventò e descrisse quella che è probabilmente la primissima antenata della nostra moderna automobile: il carro a vento.


Più che ad un'automobile, il veicolo, lungo all'incirca otto metri, doveva svolgere le funzioni di un furgone, e trasportare soldati "spinto dal vento senza animali da tiro, muovendosi con violenza sui terreni aperti, e confondendo tutte le truppe"; così ce lo presenta il suo inventore, e tutto lascia pensare che dovesse essere uno spettacolo piuttosto impressionante.


La tecnologia che possiamo studiare nei progetti originali, pur essendo questi difficili da interpretare
 (siamo nel 1335, e nessuno ha ancora inventato la prospettiva lineare: non ci sono ancora metodi efficaci per rappresentare un solido sulla superficie del foglio con precisione) tradisce chiaramente la sua ispirazione, che del resto è palese nelle descrizioni scritte: si tratta di un'altra importantissima tecnologia dell'epoca, ossia il mulino a vento. E proprio le pale di questo "mulino a vento su ruote" dovevano attivare a loro volta l'albero motore, il quale avrebbe trasmesso il movimento alle ruote e spinto l'intero veicolo. La torretta stessa, oltre ad albergare il meccanismo motore, avrebbe ospitato i soldati, per trasportarli rapidamente e tenerli protetti. E per le giornate di bonaccia, impossibili da trascurare, Guido immaginò un sistema di alimentazione manuale, dall'interno, dove sarebbero stati i passeggeri stessi a muovere l'albero - un meccanismo che ritroveremo, migliorato, nel carro armato di Leonardo.