martedì 31 maggio 2011

5 - LA MACCHINA DA MAGLIERIA

La storia dell'Automazione Industriale, nonostante sia sicuramente risultato di secoli di idee, invenzioni e applicazioni - come abbiamo visto in questi mesi - ha il suo inizio effettivo nell'Inghilterra della Rivoluzione Industriale. Ma quasi due secoli prima che questa avesse inizio, nello stesso Paese, e perfino nello stesso settore che vide iniziare la Rivoluzione stessa - quello tessile - comparve una macchina che già preludeva, in modo evidente, alla direzione che l'Industria avrebbe preso: la macchina da maglieria di William Lee.

Calze e gambali cuciti a maglia - e naturalmente a mano - erano un elemento di abbigliamento fondamentale nell'Inghilterra
 dei Tudor, fra il 1500 e il 1600. Li indossavano gli uomini, naturalmente, ma anche le donne sotto le lunghe gonne previste dalla moda dell'epoca - un mercato enorme, dove per produrre, interamente a mano, un paio di gambali a maglia occorrevano quattro giorni di lavoro.

E' qui che entra in gioco William Lee, curato Protestante del piccolo paese di Calverton, in Inghilterra. Secondo la leggenda per liberare dal continuo lavoro a maglia una ragazza che corteggiava, più probabilmente vedendo le possibilità economiche del mercato, Lee sviluppò, in tappe successive, una macchina
che imitava esattamente i movimenti delle mani delle magliaie, ma ad un ritmo incredibilmente più sostenuto - alla fine, ben dodici volte più rapido. Poteva produrre quantità enormi di gambali di lana, e più tardi perfino di seta - ma paradossalmente, fu esattamente questo il motivo che portò la regina Elisabetta I a rifiutargli, per ben due volte, un brevetto: gli interessi dei moltissimi magliai d'Inghilterra sarebbero stati messi in pericolo da una macchina tanto più efficiente rispetto al lavoro manuale, e i tempi, evidentemente, non erano ancora maturi. Ebbe miglior fortuna in Francia, dove riparò successivamente, e ottenne un brevetto: ma purtroppo, la sua nascente fabbrica a Rouen e le sue aspirazioni furono schiacciate dal clima crescentemente ostile per la sua nazionalità e la sua religione. Morì in grandi ristrettezze, a Parigi, nel 1614.

Sebbene non abbia avuto fortuna, William Lee è quindi, con la sua macchina da maglieria, uno dei più prossimi precursori di quell'evento epocale che fu la Rivoluzione Industriale - l'evento da cui discende buona parte del nostro mondo moderno, e da cui sicuramente dipese la nascita del nostro lavoro sull'Automazione. La forma ad uncino degli aghi della sua macchina è ancora identica, quattro secoli dopo, nelle macchine da maglieria moderne; e così la sua idea guida di inventare, e migliorare costantemente, macchine come quelle che, ogni giorno, muovono la nostra Industria.


giovedì 12 maggio 2011

PRODOTTO DEL MESE - TRASDUTTORE LINEARE CON TECNOLOGIA MAGNETOSTRITTIVA GEFRAN ONDA


I trasduttori lineari sono onnipresenti nell'Automazione Industriale, ma c'è sempre la possibilità di inventare qualcosa di nuovo - e la nuova serie ONDA di GEFRAN ne è la prova!

Per misurare la posizione e il movimento, la prima soluzione applicata nell'industria, per la sua efficacia e economicità, è l'affidabile Trasduttore Lineare. I suoi molti vantaggi, tuttavia, non includono l'esser esente da manutenzione, in quanto la presenza di parti mobili genera inevitabilmente problemi di usura dello strumento.

La nuova serie brevettata ONDA di GEFRAN aggiunge invece un nuovo punto di forza a questa tecnologia, implementando un sistema magnetostrittivo, senza contatto, al trasduttore di posizione lineare. Questo elimina il problema dell'usura e libera di conseguenza il trasduttore dalla necessità di manutenzione - garantendogli una durata pressochè illimitata!

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giovedì 5 maggio 2011

4 - IL CARRO A VENTO

Oggi più che mai, l'inquinamento atmosferico del nostro pianeta ci porta a considerare con sempre maggiore attenzione l'importanza di sviluppare metodi per la generazione e lo sfruttamento dell'energia che inquinino poco - o idealmente, per nulla. Ma l'invenzione di cui parliamo oggi - pur essendo sicuramente degna di definirsi "per nulla inquinante" - non nacque da questo nobile desiderio, ma dal problema, molto più pratico, di non disporre di fonti di energia più economiche del semplice vento.

Mente e mano dietro a questa particolare invenzione sono quelle di un Italiano, Guido da Vigevano, figura geniale del 1300 che precorre per alcuni temi, come la varietà dei suoi interessi, il ben più celebre Leonardo. Guido da Vigevano fu infatti insieme medico (e coraggioso sperimentatore, dato che descrive nei suoi testi gli studi da lui fatti per sviluppare un antidoto, culminati nella sua sperimentazione su se stesso del composto) e ingegnere, soprattutto militare, alla ricerca di metodi per costruire macchine da guerra - il 1300 è ancora epoca di grandi castelli e lunghi assedi - leggere e addirittura smontabili, per poter essere trasportate da animali da soma.

Ma un animale da soma costa, perchè va nutrito, si stanca, può ferirsi, e può andare nel panico in un momento cruciale. Ed è probabilmente partendo da questo problema che Guido da Vigevano inventò e descrisse quella che è probabilmente la primissima antenata della nostra moderna automobile: il carro a vento.


Più che ad un'automobile, il veicolo, lungo all'incirca otto metri, doveva svolgere le funzioni di un furgone, e trasportare soldati "spinto dal vento senza animali da tiro, muovendosi con violenza sui terreni aperti, e confondendo tutte le truppe"; così ce lo presenta il suo inventore, e tutto lascia pensare che dovesse essere uno spettacolo piuttosto impressionante.


La tecnologia che possiamo studiare nei progetti originali, pur essendo questi difficili da interpretare
 (siamo nel 1335, e nessuno ha ancora inventato la prospettiva lineare: non ci sono ancora metodi efficaci per rappresentare un solido sulla superficie del foglio con precisione) tradisce chiaramente la sua ispirazione, che del resto è palese nelle descrizioni scritte: si tratta di un'altra importantissima tecnologia dell'epoca, ossia il mulino a vento. E proprio le pale di questo "mulino a vento su ruote" dovevano attivare a loro volta l'albero motore, il quale avrebbe trasmesso il movimento alle ruote e spinto l'intero veicolo. La torretta stessa, oltre ad albergare il meccanismo motore, avrebbe ospitato i soldati, per trasportarli rapidamente e tenerli protetti. E per le giornate di bonaccia, impossibili da trascurare, Guido immaginò un sistema di alimentazione manuale, dall'interno, dove sarebbero stati i passeggeri stessi a muovere l'albero - un meccanismo che ritroveremo, migliorato, nel carro armato di Leonardo.