giovedì 24 febbraio 2011

2 - IL POLYBOLOS

Sebbene possa essere un pensiero poco confortante, va riconosciuto che spesso, nella storia, la spinta alle innovazioni tecnologiche - e quindi anche d'Automazione - arriva da esigenze di natura bellica. E' questo il caso della macchina incredibile di cui parleremo oggi: il Polybolos, o catapulta a ripetizione, la cui invenzione risale, dai testi di cui disponiamo, al terzo secolo AC.

Descritto nei testi di Filone di Bisanzio, noto anche come Filone il Matematico, ingegnere e autore Greco, famoso per il suo Compendio di Meccanica, dove copriva argomenti dalla matematica agli assedi, passando per la crittografia, il Polybolos viene attribuito all'ingegno di Dionisio d'Alessandria, che fu ingegnere nel terzo secolo AC presso l'Arsenale di Rodi - isola famosissima per la qualità dei suoi ingegneri, famosi per i loro meccanismi e automi  (tanto da portare nel mito il famoso "Colosso di Rodi", un uomo artificiale di proporzioni gigantesche). E in effetti, sebbene non ci siano resti archeologici a provarci in modo assoluto il suo effettivo utilizzo sul campo,il Polybolos è sicuramente una macchina di concezione straordinaria.

Costruito per lanciare dei letali dardi di mezzo metro di lunghezza (che piovendo dall'alto, una volta scagliati, potevano perforare scudi e corazze e letteralmente inchiodare a terra un uomo), il meccanismo si distingue da altri simili per un'idea unica: quella di evitare le operazioni di ricarica dopo ogni singolo colpo sparato. Dionisio progettò un caricatore verticale, riempito di dardi, che poteva essere ricaricato senza interrompere il ritmo di fuoco - e soprattutto, disegnò il meccanismo che permetteva al Polybolos (letteralmente, "che scaglia tanti dardi") di caricarsi e fare fuoco semplicemente con la rotazione - secondo alcuni in senso alternato, per altri in senso continuo - di una manovella. All'interno della macchina, infatti, un ingranaggio riceveva uno per volta i dardi dal caricatore e contemporaneamente, grazie ad una catena, ritendeva la corda dell'arco; e se è straordinario pensare che questa è la prima applicazione della catena ad anelli piatti, la cui invenzione normalmente si attribuisce a Leonardo da Vinci, e che è il modello su cui si basano oggi le trasmissioni di biciclette e motociclette, è sicuramente quasi incredibile, confrontando i meccanismi, scoprire che quello di Dionisio è pressochè identico a quello della primo mitragliatore automatico della storia, il Gatling, il cui brevetto risale nientemeno che al 1862 - più di duemila anni più tardi!

La velocità di fuoco di quest'arma è stata calcolata in cinque colpi al minuto,certamente insignificante rispetto alle armi da fuoco automatiche odierne, ma probabilmente terrificante all'epoca - addirittura troppo avanti sui tempi, dato che la velocità di puntamento non era all'altezza di quella di fuoco, e il meccanismo finiva con il colpire più volte un bersaglio già neutralizzato.
Ma a stupire forse maggiormente può essere la sua precisione: agli inizi del 1900, lo studioso e ufficiale di artiglieria tedesco Erwin Schramm effettuò una ricostruzione del Polybolos e ne fece dimostrazione al Kaiser. In quella occasione, il meccanismo inventato duemila e duecento anni prima da Dionisio fece l'incredibile, e sparò con tanta precisione da spezzare a metà, con il secondo dardo, il primo appena scagliato!