Sappiamo poco della Cina e dell’Oriente: di solito siamo affascinati proprio da questo mistero, da quest’aria “esotica”. Forse per questo è ancora più incredibile pensare a quali risultati fenomenali arrivarono, proprio in Cina, nel 125 dopo Cristo, le capacità meccaniche e progettistiche di Chang Heng.
Astronomo, poeta, e ingegnere, le opere di Chang Heng vengono ancor oggi studiate nelle scuole Cinesi come nelle nostre si studiano quelle Leonardo da Vinci. Fra i suoi capolavori spicca sicuramente un colossale sismografo completamente automatico, capace di rilevare la direzione dei terremoti – fino a 400 miglia di distanza! - che sicuramente fu uno strumento prezioso per organizzare l’invio tempestivo dei soccorsi nel già vastissimo Impero Cinese. Tuttavia, per chi fa il nostro mestiere e apprezza gli automatismi raffinati e complessi, è forse ancor di maggiore interesse il suo astrolabio automatico.
L’astrolabio era uno strumento già conosciuto: permetteva di riprodurre la posizione degli astri sui binari che lo componevano, per facilitare i calcoli astronomici. La particolarità di quello costruito da Chang Heng era nel fatto che i complessi movimenti di tutti gli elementi dell’astrolabio erano controllati da una serie di precisi ingranaggi – e questi erano mossi dalla forza dell’acqua, che gocciolando in modo regolare animava l’intero apparato. Il sistema era tanto delicato e raffinato che si ritiene sia all’origine del lavoro di tutti gli orologiai cinesi antichi, e abbia condotto all’invenzione, sette secoli più tardi, del meccanismo dello scappamento.
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