C’è poco della nostra storia, e della nostra cultura, che non abbia le sue radici nella cultura Greca. Ma probabilmente non sono in molti a pensare che anche l’Automazione abbia delle origini così lontane …
Erone di Alessandria, nato intorno al 10 DC, è la prova del contrario. Sebbene il suo lavoro sull’automazione fosse all’epoca visto come poco più che un gioco, un passatempo, e sicuramente qualcosa di privo di applicazioni pratiche, fra le sue invenzioni più interessanti c’è il primo esempio di motore a vapore della storia (un’invenzione che non sarebbe più ricomparsa fino alla Prima Rivoluzione Industriale, nel 1700!), l’Eolipila, o sfera di Eolo.
Tuttavia oggi vogliamo parlare di un suo progetto ancora più strabiliante … una porta completamente automatizzata. Realizzata come ingresso ad un tempio, la porta, come illustrato nel diagramma, si attivava accendendo un fuoco sull’altare. Il fuoco arroventava una sbarra metallica, che portava ad ebollizione il liquido contenuto in un serbatoio sotterraneo. Tramutato in vapore, il liquido veniva trasferito da un tubo in un secchio; questo aumentava di peso, e tirando delle corde, faceva ruotare le colonne che aprivano lentamente (e si può pensare con una certa imponenza) le porte del tempio. Ancor più prodigioso, allo spegnersi del fuoco, mano a mano che la sbarra si raffreddava, la variazione di pressione nel serbatoio richiamava indietro il liquido – e un contrappeso chiudeva le porte del tempio, il tutto automaticamente.
Sebbene la mancanza di tecnologia pratica fosse un problema che impediva la perfetta realizzazione dei suoi progetti (nessuno nel primo secolo dopo Cristo aveva gli strumenti per costruire un semplice pistone e cilindro, ad esempio), possiamo vedere in Erone di Alessandria uno dei primi progettisti di automazione. E tutto senza fotocellule!
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