giovedì 13 gennaio 2011

LEONARDO DA VINCI - 1450 AD - Seconda Puntata

2) LE APPLICAZIONI MILITARI
Torniamo a parlare del nostro buon amico Leonardo, dopo avere visto brevemente le più celebri applicazioni civili del suo genio ingegneristico.
 
Se infatti, come abbiamo detto, i suoi progetti preferiti erano quelli dove la sua scienza si metteva al servizio del lavoro, di una necessità pratica, o semplicemente risolveva un problema apparentemente senza uscita, non dobbiamo dimenticare che Leonardo non era ricco, e che lavorava per dei committenti che sì finanziavano le arti e l'inventiva, ma allo stesso tempo vivevano una situazione politica di continuo scontro, dove la guerra era all'ordine del giorno. E per questa ragione, molto spesso, anziché chiedergli di inventare un nuovo metodo per cardare i tessuti, o di trovare un modo per costruire un ponte più grande e solido di quanto si fosse mai fatto prima, i mecenati di Leonardo gli chiedevano di inventare armi e strumenti di guerra. E sebbene potesse non essere la sua occupazione preferita, anche qui il suo genio appare evidente.
 
Per partire da un progetto che visivamente conosciamo in molti, ad esempio, troviamo fra le carte di Leonardo i disegni di un vero e proprio carro armato. Sotto una robusta protezione conica, in un solido carro, i soldati si sarebbero potuti avvicinare alle linee nemiche, azionando dall'interno, mediante delle manovelle, le ruote del mezzo, mentre dei tiratori avrebbero potuto puntare in tutta sicurezza i cannoni montati sul carro contro i nemici. E' stato peraltro studiando una ricostruzione proprio di questo progetto che s'è scoperto come spesso Leonardo inserisse deliberatamente delle imprecisioni nei suoi disegni, che rendessero inutilizzabile il progetto a chi non sapesse come rettificarle. Nel caso del carro armato, ad esempio, il mezzo avrebbe continuato a girare su se stesso, senza spostarsi in avanti di un millimetro, se costruito esattamente secondo i progetti: ma invertire un ingranaggio lo avrebbe reso completamente funzionante. Una misura di sicurezza, pari allo scrivere al contrario, che troviamo spesso nelle sue carte.
 
E se talvolta le sue invenzioni si rivelarono più sceniche che efficaci – pensiamo alla sua balestra gigante, con un arco di venticinque metri, la cui rispettabile potenza si rivelò subito neutralizzata dalla sua mole, che rendeva pressoché impossibile spostarla e puntarla durante una battaglia – non scordiamoci che, nell'epoca che vide nascer l'uso bellico della polvere da sparo, Leonardo inventò la forma ogivale dei proiettili, la stessa che oggi utilizziamo per i missili, perché la migliore per sconfiggere l'attrito dell'aria; ed è sempre nelle stesse carte che troviamo disegni di bombarde che sparano potenti proiettili a frammentazione. Tutto per quella che lui per primo, nei suoi scritti, chiama “pazzia bestialissima”: la guerra.

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